Giorlàmo Fabrici d'Acquapendente al tempo della pubblicazione aveva da poco finito il suo quadriennale ciclo di elettroshock con laurea in psichiatria sotto l'ala protettrice di Eugen Bleuler in Svizzera, ed un corso in “storia della pasticceria del nord Europa nel biennio1862-1864 ai tempi di Otto von Bismarck primo ministro della Prussia”. Le sagaci intuizioni sull'allora nuovo concetto di schizofrenia, che da poco veniva a sostituire il vecchio termine “Dementia Praecox”, le novità culinarie, il nuovo approccio apotropaico della antropologia pasticcera dei primi anni della Grande Guerra e i ripetuti elettroshock obbligatori come prerequisito per le lauree del tempo, concorrono a fare di quest'opera una delle più ostiche del suo genere. “Subliminalità dicotomica della frammentazione dei processi associativi nella preparazione della crema diplomatica”, “Elementi di ebefrenia catatonica propri dell'immutabilità della chantilly”,”dissociativismo empirico semi-intenzionale e pastasfoglia pre-bellica”, sono solo alcuni dei difficilissimi paragrafi di cui è composta questa incomprensibile opera.
"da leggere a tutti i costi di notte" Umberto Eco
"non credo di aver capito" Antonino Cannavacciuolo
"tra quei capitoli c'è parecchia della proto-esegesi della sociografia etno-antro poietica (non giustificata) dei primi del secolo XX"
Santoro Bonfenbrenner (Almanaccum)
SCHIZOFRENIA E PASTICCERIA NON CONVENZIONALE
SGAROZZI
786 pagine 0,17 Lire
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