NECROLOGIUM #5




Nato a Tbilisi, nella poetica Georgia degli anni quaranta da genitori turco calabri, Razi Vazha-Pshavela è ormai riconosciuto come il più grande drammaturgo transcaucasico di sempre. Allevato in estrema povertà si pagò gli studi di letteratura comparata e magia pura dandosi ai più svariati lavoretti occasionali: il fisioterapista per cani, l'asciugatore di capelli, l'assaggiatore di te, l'interprete per nani, l'ostetrica e il direttore di banca. A ventotto anni sconvolse il suo condominio scrivendo "La passione per le carte di identità", dramma in due atti dove il protagonista ama tenere in mano i documenti di tutta la gente che incontra, per poi rinchiuderli con la forza in una stanza buia obbligandoli ad ascoltare brani d'opera Afghani. Il dramma non piacque all'Unione Sovietica e gli costò l'ergastolo in un campo di lavori forzati nel centro storico i Tbilisi, dove scrisse il suo secondo ed ultimo dramma "La carie non perdona in inverno", il resto è storia.

LO ZEN E L'ARTE DI AMMAZZARE IL PROPRIO CANE

Dopo l'insindacabile successo di “ lo zen e l'arte di uccidere i genitori” e la fragorosa attesa per il mai pubblicato “lo zen e l'arte di offendere per beneficenza”, ideato per spiegare come tale pratica (caposaldo di certa cultura zen in auge durante tutto il X secolo e commutata da tradizionale comportamento sociale in ferrea legge dallo shogun Minamoto Yoritomo nel 1192) sia in Giappone modus agendi quasi inconscio nel quotidiano collettivo, Kyoshi Ayello torna alle stampe con un nuovo saggio sull'arte di sapersi muovere con stile e calma nel caso si decidesse di ammazzare il proprio cane.
La calma mentale, le tecniche di respiro, lo zazen (坐禅) pre-atto, la recitazione di piccoli haiku, la meditazione su brevi kōan, ma anche la preparazione del te e la meditazione in autostrada o la pianificazione per lo smaltimento della carcassa sono piccoli consigli che il maestro esorta a porre in opra prima della somma decisione, giusta o no che sia, in modo tale da essere in armonia con l'universo tout court. Le camere a gas per cani randagi, comunissime in Giappone, sono disdegnate dal maestro Ayello a favore del recupero di una antica pratica zen del IX secolo, quella del kyôsaku, più noto come bastone da percosse silenziose, che, se usato nei modi e con la lentezza esatta potrebbe risultare, oltre che ottimo per il raggiungimento del Satori, piacevole anche all'animale.



LO ZEN  E L'ARTE DI AMMAZZARE IL PROPRIO CANE
KYOSHI AYELLO
CENTRO STUDI IOGA VITERBO
1001 pag. 28.00€

THE ORKITYIO 1- DI COME SKHOLO E JAROSLAV SI PRESENTINO ALL'INIZIO DEL POEMA


LE MIRABOLANTI AVVENTURE DELLA COMPAGNIA DI SKHOLO
INTORNO ALLA RICERCA DELL' ORKITYIO

1- DI COME SKHOLO E JAROSLAV SI PRESENTINO ALL'INIZIO DEL POEMA



Un'altra notte era appena fuggita dalle valli di Chlamydia, le prime luci di una nuova alba si adagiarono silenti sugli occhi appena aperti e confusi di un grosso scimpanzè.
I suoi enormi testicoli erano appena coperti da una grossa sacca di cuoio bivalve oramai consunta e decorata a fuoco con scene di guerra.
Lo scimmione, come forse lo chiameremo innanzi, si alzò da terra con tutta la grazia che si addice ad un imperatore obeso castrato fin dalla prima fanciullezza, si guardò attorno, sentì l'odore acre del sangue sparso sull'erba e poi tossì.
I dolenti lividi, sparsi sul quel ragguardevole corpo scolpito nell'amianto, cominciarono a rammentargli la lotta furente della notte precedente, con tenerezza ambigua carezzò inconsapevolmente la gobba dello strano animale di metallo arrugginito che giaceva al suo fianco e per un momento tutto fu più chiaro, ricordò chi egli fosse, ricordò della furiosa battaglia in cielo, del suo essere crollato sul prato accanto al suo inseparabile mezzo-cane, della sua vita da fuggiasco.
-andiamo?- disse alla bestia di metallo
-ove? -
furono le uniche parole che per tutta la mattina riecheggiarono nella vallata.


Skholo era uno scimmione combattente delle terre di Homsa, la parte omosessuale del regno di Leucòrrea , un mercenario introverso, un singolare guerriero solitario con un passato da grandissimo consumatore di idromele sbagliato, una potentissima bevanda a base di soma, yogurt ed lsd.
Alto più di due metri e con una piccola testa ossuta che strideva con l'ampiezza delle sue spalle, si portava dietro dalla nascita una beffarda maledizione genetica, una strana malformazione che lo rendeva ridicolo agli occhi dei passanti, ma interessante a quelli dei suoi amanti occasionali, l'incredibile grandezza dello scroto.
Jaroslav era il suo fido amico, un vecchio mezzo-cane, una specie comune nel sud di Leucorrea ma abbastanza rara tra le valli di Chlamydia, la testa e le zampe erano quella di un vecchio bracco, il corpo era un baule di metallo arrugginito con i resti degli inserti in cuoio di ciò che un tempo era stato un buon baule da viaggio Louis Vuitton.
Il viaggio....il loro durava da più di sei anni oramai, giammai aveva avuto un vero e proprio perché né una vera meta, almeno fino a quel giorno.
La luce del tardo pomeriggio si apprestava a dorare le dolci colline di Chlamidya mentre un sentore di umido cominciava ad esalare dalla terra, Jaroslav, adunco verso il cielo, da una buona mezz'ora annusava nervosamente qualcosa nell'aire.
-che c...cosa c'è? Che..che è? Cos'é?- chiese Skholo con la sicurezza di una giovinetta al cospetto di uno schiavo enorme delle Antille.
-ti faccio umilmente notare, mio padrone, che c'è un odore...forte...qualcosa di strano...di putrido e terribile...- rispose Jaroslav mentre seguiva la grossa impronta che lo scroto di Skholo lasciava per la istrada.....


cosa accadrà a li nostri eroi, quali accadimenti saranno enarrati? Chi è mai Mastrodongesualdo?
Alla prossima puntata.....

STORIA DELLE MANI

Da quando, durante il periodo Paleoassiro, gli Assiri inventarono le mani, l'uomo ha fatto passi da gigante.
Dopo i primi modelli in terracotta, e i primi tentativi in ossidiana, furono gli Hurriti, intorno al 1700 a.C. durante la sottomissione della Mesopotamia, ad utilizzare le mani in carne prima per gli usi comuni e personali, e solo dopo per il commercio, mentre le mani in ferro rimasero in uso durante le azioni di guerra fino al XVII secolo. Elgidio Thos, nato in Bosnia ma cresciuto in Erzegovina, è uno dei massimi studiosi della materia, per questioni legali nel 2009 è stato costretto a dare alle stampe la risultante di 15 anni di lavoro e ricerche sul campo, sotto la supervisione di Jared Diamond, e nel 2013 è entrato a far parte della oramai storica collana " la storia delle cose". Dopo " la teoria sulla bassa conduzione dei finimenti in metallo nelle briglie della cavalleria napoleonica durante la campagna di Russia ", questo è il lavoro più lungimirante del storico serbo croato.



STORIA DELLE MANI
STRACCHIO EDIZIONI

1065 pag. 25.00€