ELZEVIRO 2

LA MODA FA SCHIFO 
un ricordo di Ninny Jericho Marasigan 
di Alyo Kawasakiy 



George Simmel ha magistralmente scritto che quell'orrido mostro che è la moda per esistere ha bisogno di due fondamentali requisiti; il bisogno di conformità ed il bisogno di distinguersi dal conforme.


Ed è proprio questo contraddittorio tra due bisogni che porta il giovine omosessuale di provincia a spingersi nelle grandi città nel tentativo di dar sfogo alle proprie pulsioni creativo-sessuali, ad aderire ad una ferrea regola estetico-comportamentale e a sublimare pubblicamente le proprie tensioni sull'ultima e più comunicante estensione del proprio io, la Figura esterna.
Simmel, dopo un buon pasto a base di dug gruzia kascher con cozze, basava la sua analisi delle palafitte della moda sullo scarto esistente tra gli strascichi della vecchia società primitiva (dove l'impulso a conformarsi ai principi e alle tradizioni è assolutamente superiore a quello del differenziarsi) e la società civilizzata dove la coesistenza di diversi gruppi sociali porta automaticamente al desiderio di differenziarsi, ma George Simmell scrisse “La Moda”
nel 1895, non ebbe modo di conoscere le teorie antroposociologiche di Ninny Jericho Marasigan. 

Ninny Jericho Marasigan a Baltimora, Maryland
L'immenso studioso filippino ( da 13 anni in carcere per omocidio) analizza l'attuale società dei consumi evidenziandone la scarsa qualità produttiva ed il dominio della “Sacra Breve Durata” (assieme all' asparatame è componenete obbligatoria per un velocissimo reintegro della domanda nel mercato).
L'equazione è facile: V+b = f, velocità di produzione più brevità di durata uguale fragilità.
La funzione temporale dei prodotti fisici e culturali, delle abitudini, dei rapporti e delle cerniere degli indumenti cinesi, ha poco mordente sul tempo, ed  è il nuovo golem onnivoro che non vuole nemmeno venire da lontano perché anche il suo tempo non ha estensione.
Tutto si compone di funzioni interne che reggeranno per poco l'involucro nuovo dell'idea-prodotto.
L'uomo attuale per Marasing vive oramai troppo intensamente la lacerante vacuità delle “nuove e fragili cose”, e il nuovo horror vacui si mostra oramai consapevolmente sotto forma di bisogno di riempire gli armadi di indumenti nuovi, gli intestini di pasta di zucchero, le mani di cellulari, le labbra di silicone ma soprattutto le suole delle scarpe con orribili plateau.
Questo è il tema principale della lotta di Marasing contro i tristi dettami dell' establishment culturale, il plateau. La falsa gloria di un'altezza nuova e il falso slancio gotico verso l'alto sono simbolici di una rinuncia a “questo e quotidiano” livello di esistenza per il raggiungimento di un livello altro, nulla di male, ma è la via che è sbagliata, Marasing, riprendendo Mimmo Bonafede, auspicava un ritorno alla scarpa ortopedica truccata o a certe metodologie tardomedioevali di allungamento osseo, ma non il plateau.
La patetica incertezza della deambulazione del 98,6% delle donne che portano scarpe con il plateau,
l' innaturalezza dei loro movimenti, le ben note patetiche scene di donne che cambiano le scarpe dopo una cerimonia, insomma l'impossibilità di usare quelle scarpe assolutamente disumanizzanti anche per modelle di professione, sono il più chiaro sintomo della volgare naz-sottomissione della donna alle pratiche dell'apparire
.” Per il sociologo filippino è il nuovo nazismo della moda.
Nazismo che Ninny Jericho Marasigan credette di affrontare e risolvere la mattina del 13 novembre del 2000, quando entrò in un noto locale di Bonn frequentato da stilisti e modelle ed esplose 2 colpi di pistola uccidendo prima un cameriere ed un cammello con i mocassini andato in Germania in cerca di fortuna, e subito dopo 9 grandi firme della moda e 2 modelle gridando in filippino

i plateau fanno schifo


Alyo Kawasakiy

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