Nel 2001 il giornalista sportivo Wolfgang Bang ed una piccolissima troupe sono stati ricevuti a casa di Dio, dove hanno potuto girare le immagini (che verranno trasmesse in anteprima su Almanaccum) di una divinità stanca e dimagrita a colloquio con il suo psichiatra di scuola freudiana (che per motivi di deontologia professionale rimarrà anonimo). Il ritratto che ne viene fuori è quello di un signor Dio insicuro, affetto da sindrome di personalità multipla, che ha saltato a piè pari la "fase di latenza", con diversi problemi di schizofrenia. Un Dio un po svogliato, disattento ma coltissimo, arrabbiato, deluso e profondamente malinconico. Consapevole di avere creato, per solo diletto e noia, delle figure assai meschine lungo il corso della storia del mondo, come quella di Hitler, di Stalin, di Albano Carrisi, Sergej Gennadievič Nečaev, Napoleone, Greta Garbo, Costantino IX Monomaco e tanti altri, continua a confondere il suo interlocutore parlando per lungo tempo di se e dei suoi ardori giovanili, insistendo sulla sua condizione di orfano eterno ma citando Spinoza come l'unico che lo abbia mai veramente compreso, derubricando il diluvio universale o la santa inquisizione come "classici atti di ribellione adolescenziale di poco conto" ma mostrandosi fortemente contrariato dalle decisioni del Congresso di Vienna e poco d'accordo con la scelta dell'arredamento dei dormitori del campo di sterminio di Treblinka. Un Dio che continua ad incuriosire e che si è definito "burlone ma presente" confessando di aver tentato di indottrinare di nuovo il mondo, nella seconda metà degli anni settanta, tramite Woody Allen. Dopo l'ultima intervista rilasciata ad una pastorella caucasica nel XVIII secolo e persa subito dopo tra le fauci di un orso bruno a Tyrnyauz nella Repubblica Cabardino-Balcaria, questa è l'unica su carta stampata, e scritta in presa diretta.
E SE DIO ESISTEREBBE
WOLFGANG BANG
VITAHORRENDAEDITORE
1265 Pag.
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